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SPREAD: UNIMPRESA, AUMENTO LEGATO A TENSIONI ELEZIONI EUROPEE IN FRANCIA

L’aumento recente dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è strettamente legato alle tensioni politiche derivanti dalle elezioni europee e alle preoccupazioni per la stabilità dell’Eurozona, in particolare in Francia. Questo fenomeno di rialzo è da attribuirsi principalmente alle tensioni sui titoli di stato francesi, derivanti dalle recenti elezioni europee che hanno visto un notevole avanzamento dei partiti sovranisti e populisti. Un clima di incertezza politica che ha alimentato il nervosismo degli investitori, spingendoli a riconsiderare le loro posizioni sui titoli di stato dell’Eurozona. È quanto segnala il Centro studi di Un’impresa, dopo che oggi l’andamento dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi ha registrato un aumento significativo, chiudendo a ridosso dei 145 punti base, con un incremento di 4,7 punti base rispetto alla seduta precedente.  Secondo il Centro studi di Unimpresa, i fondamentali della finanza pubblica italiana rimangono solidi, supportati da politiche di consolidamento fiscale e riforme strutturali efficaci. Nonostante le fluttuazioni periodiche, lo spread si è mantenuto a livelli gestibili negli ultimi tre anni, con un picco significativo a settembre 2022 che è stato seguito da una fase di stabilizzazione. Questo dimostra la resilienza dell’economia italiana e la capacità del paese di gestire le sfide economiche e politiche nel contesto dell’Unione Europea.

Le elezioni europee hanno avuto un impatto rilevante sui mercati finanziari, soprattutto per quanto riguarda i titoli di stato dei paesi dell’Eurozona. L’avanzata dei partiti sovranisti e populisti ha creato preoccupazioni circa la stabilità politica e le future politiche economiche dell’Unione Europea. In particolare, i timori legati alla possibilità di politiche economiche meno favorevoli all’integrazione europea e al rigore fiscale hanno indotto gli investitori a richiedere un premio di rischio più elevato per detenere titoli di stato dei paesi percepiti come più vulnerabili, tra cui l’Italia. Nonostante le tensioni politiche e l’aumento dello spread, i fondamentali della finanza pubblica italiana rimangono più che positivi. Negli ultimi anni, l’Italia ha adottato misure di consolidamento fiscale che hanno portato a una graduale riduzione del deficit pubblico e a una stabilizzazione del rapporto debito/PIL. Inoltre, le riforme strutturali attuate hanno contribuito a migliorare la competitività e la crescita economica del paese.

Negli ultimi tre anni, il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi è rimasto a livelli relativamente contenuti e accettabili. Questo è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui le politiche monetarie della Banca centrale europea (Bce), che hanno mantenuto bassi i tassi di interesse, e la percezione di una maggiore stabilità economica e fiscale dell’Italia. Tuttavia, ci sono stati momenti di tensione che hanno portato a picchi nello spread. Il picco maggiore è stato raggiunto a settembre 2022, quando lo spread è salito fino a 222 punti base. Questo aumento era dovuto principalmente a una serie di fattori politici interni, inclusa l’incertezza legata alla formazione del nuovo governo, e a fattori esterni, come l’inasprimento delle condizioni finanziarie globali e le preoccupazioni per una possibile recessione economica. Nonostante questo picco, il differenziale di rendimento è poi diminuito, stabilizzandosi su livelli più gestibili grazie a un miglioramento del contesto politico ed economico.

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