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Studio Bruno Leoni: Italia più aperta al mercato

L’indice di liberalizzazione del nostro Paese sale a quota 52%, tre punti in più rispetto al 49% di un anno fa. Lo dice il rapporto 2012 dell’Istituto Bruno Leoni (Ibl), che verrà presentato oggi a Milano. E’ un avanzamento come non si vedeva dal 2009 (passò dal 47% al 49%). Migliora l’indice delle autostrade e degli ordini professionali, peggiora quello dei servizi finanziari (la Borsa), restano fermi treni e mercato del lavoro. L’analisi sembra una grande apertura di credito (forse in chiave pre elettorale) del think tank liberista che solo qualche mese fa bocciava senza appello le riforme del professore. Ora il direttore Mingardi dice: “Questo esecutivo sulle liberalizzazioni ha fatto più dei precedenti, ma l’elenco dei passi da muovere è ancora lungo». A marzo diceva: «E’ evidente che al decreto, di liberalizzazioni sia rimasto solo il nome. A dispetto dell’articolo 1 del decreto divenuto ormai legge, che prevede sostanzialmente la necessità di rimuovere tutta una serie di vincoli alla libertà di impresa, ciò che il decreto realmente mette in atto è un tentativo di sostituzione di quei vincoli con altri vincoli”. L’indice si basa poi su riforme non ancora operative. Aumenta molto, ad esempio, l’indice di liberalizzazione degli Ordini professionali, dal 47% al 52%. Ma per la riforma “liberalizzatrice” che permette l’ingresso di capitali nelle società di professionisti manca ancora il decreto attuativo.

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