«I difetti strutturali del Paese sono ancora più pesanti nel Mezzogiorno che non ha certo bisogno di politiche assistenzialiste. Servono però urgenti interventi che migliorino l’accessibilità e le infrastrutture dei territori. Bisogna puntare sul turismo e soprattutto sfruttare al massimo i fondi strutturali europei. Il turismo va concepito, una volta per tutte, come un sistema industriale. Solo così si creano ricchezza, nuova occupazione e coesione sociale». E’ quanto ha detto questa sera il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo, nel corso dell’incontro col governo a Palazzo Chigi sul “Piano per il Sud”. «A partire dal 2018, lo riconosciamo, il Governo è intervenuto a favore delle imprese meridionali. Sono stati messi in campo alcuni significativi interventi che configurano una politica industriale regionale (dal credito d’imposta per gli investimenti, all’iperammortamento, al prolungamento degli esoneri contributivi per le nuove assunzioni, al sostegno alla nuova imprenditorialità giovanile con il decreto resto al Sud). In questa stessa direzione vanno l’istituzione delle Zone Economiche Speciali, i contratti di sviluppo e la “fissazione” della quota di spesa in conto capitale delle Amministrazioni centrali per investimenti al Sud (pari al 34%). Resta sempre particolarmente difficile accedere agli strumenti di politica industriale nazionale da parte delle piccole e medie imprese del Sud, fortemente condizionate dalla persistente fragilità finanziaria e dimensionale. Serve, quindi, una strategia attiva e uno specifico Fondo per dar corpo ad una politica di intervento finalizzata alla crescita delle imprese del Mezzogiorno» ha aggiunto il vicepresidente di Unimpresa. Secondo D’angelo «resta da risolvere anche il problema del forte divario nell’accesso al credito bancario. Un dato ne dà una plastica rappresentazione: mentre al Centro Nord gli impieghi bancari eccedono i depositi per oltre 800 miliardi di euro, al Sud gli impieghi sono addirittura inferiori ai depositi per circa 10 miliardi di euro. La carenza di finanziamenti condiziona sensibilmente ogni decisione di investimento anche in presenza di significativi incentivi agli investimenti. È prioritario, poi, rilanciare gli investimenti pubblici per riequilibrare le divergenze infrastrutturali nel Paese: va in questo senso, infatti, un percorso razionale improntato ad un rigoroso criterio di efficacia ed efficienza nella destinazione delle risorse dovrebbe premiare fortemente il Sud. Il cuore di Unimpresa è al Sud e le imprese del Mezzogiorno, lasciatecelo dire, possono concorrere da protagoniste a riattivare lo sviluppo dell’intero Paese».
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