Il segretario generale di Unimpresa commenta l’evento organizzato dal ministro Carfagna e da Ambrosetti: “La nuova filosofia del Sud, risorsa e non più problema del nostro Paese”. Lo studio: nel 2021, quattro regioni meridionali in cima alla classifica di imprese e partite Iva con più fatturato. Col Pnrr 35 miliardi di euro per le grandi opere del Mezzogiorno
«Il forum economico “Verso” Sud è stato un evento fondamentale, una svolta storica, che ha consentito a tutti i policy maker, alle istituzioni e al mondo dell’impresa di ragionare e di osservare, per la prima volta in maniera costruttiva, il Mezzogiorno del nostro Paese, sotto una prospettiva diversa, con la necessaria visione futura, tutta strategica, indispensabile per riavviare la convergenza con il Nord e porre definitivamente fine a un divario inaccettabile. Il Sud ha finalmente concepito, realisticamente, come un motore indispensabile della ripresa nazionale, anche sotto il profilo di una nuova politica industriale, finora carente. L’apprezzamento di Unimpresa per questa iniziativa, promossa meritoriamente dal ministro Mara Carfagna e da The European House Ambrosetti, è dunque il più convinto possibile sia per il dibattito, alto e fattivo, sia per la significativa scelta della sede, la città di Sorrento nel suo incanto primaverile, e della prestigiosa location, Villa Zagara. L’auspicio, pertanto, è che questo evento diventi annuale, che la sede sia sempre Sorrento e che costituisca un appuntamento fisso per monitorare e verificare, in primis, la corretta realizzazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «Ciò che a mio giudizio è emerso, di rilevante, più di tutto, la realizzazione di una nuova filosofia del Sud, ponte non solo geografico, ma promotore di sviluppo, tra l’Europa, l’Italia, il Mediterraneo e i paesi rivieraschi del mare nostrum. Non si tratta soltanto di riconoscere, come del resto è noto a tutti, che il Sud non rappresenti un problema per l’Italia, ma sia anche una preziosa risorsa per tutta la nostra economia, anche per evidenti ragioni di carattere demografico. Il dibattito ha consentito, infatti, di tracciare una traiettoria nuova, lungimirante che cancelli le parentesi virtuali attorno alla vecchia “questione meridionale”, troppo spesso, per decenni, relegata a slogan e messaggi ondivaghi» aggiunge il segretario generale di Unimpresa. Secondo Lauro «sono particolarmente rilevanti le considerazioni del premier Mario Draghi che ha giustamente ricordato la lunga, imperdonabile successione di sprechi e fallimenti nelle politiche pubbliche per il Meridione, la cui storia economica del Secondo Dopoguerra è più complessa dei pigri pregiudizi del passato. Correttamente, poi, il ministro Carfagna ha posto l’accento, tra altro, sull’aspetto demografico, richiamando tutti ad un’ampia assunzione di responsabilità verso 20 milioni di italiani che vivono nelle regioni meridionali e che troppo spesso negli ultimi anni hanno avvertito la Repubblica e le sue istituzioni come qualcosa di lontano dalle loro vite, che si sono sentiti come privati di diritti e opportunità altrove invece riconosciuti a tutti. Unimpresa risponde, quindi, positivamente all’appello unitario del forum, con il contributo determinante delle piccole e medie imprese meridionali”.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, il Sud d’Italia rappresenta l’ottava area europea in ambito manifatturiero e ospita un quarto delle filiere del Paese. Anche per questa ragione, correttamente, nel definire il Pnrr il governo, col decreto legge 108 del 2021, ha stabilito che il 40% delle risorse allocabili territorialmente, in arrivo dall’Unione europea, siano stabilmente destinate alle regioni del Mezzogiorno: la verifica del raggiungimento di questo obiettivo è stata affidata proprio al ministro Carfagna. Le potenzialità delle Pmi del Sud, del resto, sono emerse anche dai risultati sui fatturati relativi al 2021: molte regioni meridionali hanno raggiunto risultati equivalenti o addirittura migliori rispetto a quelle del Nord. L’andamento della ripresa dello scorso anno, calcolato, appunto, sulla base del fatturato, non corrisponde alla distribuzione territoriale del prodotto interno lordo: i dati migliori, infatti, arrivano tanto dal Nord tanto dal Centro o dal Sud. La regione che evidenzia il risultato migliore è l’Emilia-Romagna con un incremento del 38,9%. Seguono poi: provincia di Trento col 33,4%, Valle d’Aosta col 30,6%, Friuli Venezia Giulia col 28,2%, Sicilia col 27,1%, Liguria col 27,9%, Marche col 26,9%, Molise col 26,8%, Calabria col 25,3%, Veneto col 24,5%, Puglia col 24,4%, Campania col 23,1%, Toscana col 23,0%, Lombardia col 22,7%, Umbria col 22,6%, Basilicata col 22,5%, Abruzzo col 21,3%, Sardegna col 20,5%, Piemonte col 19,4%, provincia di Bolzano col 18,0%. Fanalino di coda, unica regione che non ha raggiunto la doppia cifra per la crescita, è, come accennato, il Lazio (+9,5%). «I numeri, insomma, evidenziano potenzialità rilevanti delle imprese del Mezzogiorno, le cui capacità di resilienza e forza economica, cruciali per superare la drammatica crisi del 2020 ed essenziali per la ripresa, vanno sostenute sistematicamente nel futuro, in un’ottica di sfida nazionale» osserva Lauro.
Uno degli aspetti più importanti sarà il rilancio delle grandi opere pubbliche, con molti cantieri che sono aperti da anni, i cui lavori vanno completati al più presto: un sistema infrastrutturale moderno (autostradale, ferroviario e informatico) è essenziale per consentire alle imprese del Meridione di competere alla pari con quelle delle altre regioni italiane ed europee. Col Pnrr sono stati assegnati 62 miliardi di euro al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e, di questi, circa 35 miliardi (56%) sono destinati, in partenza, al Sud. «È la prima volta che una cifra così importante viene assegnata al nostro Mezzogiorno: è una occasione irripetibile che potrà consentire, alla fine della realizzazione dei progetti, di avere infrastrutture all’avanguardia, e di poter sfruttare, proprio con la cantieristica, risorse formidabili per la congiuntura economica» conclude il segretario generale di Unimpresa.
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