di Manlio La Duca
La sicurezza attende con impazienza un futuro “autonomo” dei droni
Il volo autonomo dei droni, diverso da quello automatico, è sicuramente un obiettivo a cui si tenderà ad arrivare, e le aziende stanno sviluppando droni via via completamente autonomi, appositamente per la sicurezza.
Al giorno d’oggi però, in parte a causa della frammentarietà e difformità delle normative nazionali rispetto a quella europea, che si dovrebbero iniziare a raccordare, auspicabilmente, dal 2021, COVID-19 permettendo, tramite una convergenza programmata delle normative europea e dei diversi stati membri, l’applicazione dei droni nella sicurezza è abbastanza limitata in Europa, e l’Italia non si discosta da tale andamento. Molte aziende, oltre agli operatori dell’Ordine Pubblico, necessitano di far volare un drone pilotato da una sala di controllo, a chilometri di distanza, ma purtroppo ciò, benché tecnologicamente sia ampiamente fattibile, non è ancora praticabile da un punto di vista strettamente autorizzativo e normativo.
La direzione a cui lo sviluppo tecnologico punta nel futuro prossimo è quella in cui un pilota potrà controllare uno sciame di droni da una posizione remota e persino avere sciami di droni completamente autonomi, mediante l’implementazione di quella modalità di volo NON a vista, chiamata in gergo BVLOS, mentre ciò che è consentito oggi è che un operatore piloti un drone in “linea di vista”, ossia finché si riesce a vedere e controllare il drone a vista (VLOS). Ma i droni sono in grado di fornire una vista aerea di aree industriali, eventi, folle, centri commerciali, immobili residenziali, tra gli altri.
Un drone funge da deterrente per i criminali che possono temere di essere monitorati dall’alto: il rilevamento e la prevenzione precoci degli incidenti di security, sono infatti il primo passo per i droni nel mondo della sicurezza; il passaggio successivo è la risposta tempestiva agli incidenti di security, in cui un drone può fornire dall’alto informazioni cruciali sulla situazione, propedeutiche alla mitigazione dell’incidente e fornire supporto aereo a coloro che devono prendere decisioni su come intervenire.
I droni impiegati nella sicurezza possono poi fornire analisi dei dati post-incidente e ulteriori dati funzionali alla mitigazione. Se i criminali violano un perimetro e viene attivato un allarme, questo può attivare l’intervento di un drone mentre una squadra di controllo a terra può utilizzare il drone per gestire adeguatamente alla situazione. Un drone può rilevare da dove i criminali entrano in una proprietà soggetta a restrizioni, tracciare i loro movimenti e fornire dati aerei sul modo in cui operano i criminali (sono armati? quanti sono?) in tempo reale, senza mettere a rischio vite umane e in ogni condizione di visibilità grazie alle dotazioni di camere a infrarossi, infatti ciò che spesso accade è che, al buio, durante le ore notturne, quando questi criminali scappano, scompaiono e nessuno può vedere da dove sono entrati o quali siano state le loro vie di fuga.
È palese agli operatori della sicurezza, pubblici e privati, che vi sia una riduzione dell’attività criminale quando si utilizza una sorveglianza visibile e palese, giorno e notte. Le case private, le aree residenziali e le aree industriali sono spesso scarsamente illuminate nelle ore buie (no light o low light), diventando un obiettivo più facile da aggredire per i criminali. Il payload (peso complessivo che il drone deve sollevare dal terreno, dato dalla somma del peso del drone stesso e di eventuali accessori aggiuntivi presenti) dei droni può avere camere diurne e termiche ad alta definizione e obiettivi zoom, consentendo una visione ottimale della situazione, un rilevamento tempestivo e una deterrenza dei crimini.
Naturalmente, i droni sono molto più veloci di una guardia a piedi, per le attività di pattugliamento o ronda e anche nelle fasi di inseguimento. Il filmato può anche essere utilizzato come prova legale.
Inoltre, mettendo in atto come prescritto tutte le norme a tutela della privacy vigenti, il pattugliamento coi droni risulta non invasivo, specialmente quando non si sorvolano le case e si mantengono i corridoi di volo sui perimetri, a guisa di quanto si fa con le videocamere fisse perimetrali.
Man mano che la tecnologia si sviluppa e le normative vengono riconsiderate e maturate, i soggetti della security pubblica e privata saranno in grado di rimanere in aria più a lungo con una maggiore capacità di rilevamento con lo sviluppo del carico utile, dell’apprendimento automatico, della batteria e della tecnologia software. L’unico elemento che sembra frenare la tecnologia dei droni nel settore della sicurezza è una giornata di pioggia o un temporale.
E poiché si vola, anche, su persone e cose, tutte le operazioni dovranno tenere intrinsecamente conto della sicurezza, intesa stavolta nella accezione “safety”, per cui preventivamente all’implementazione delle attività, sarà obbligo in capo alle imprese che gestiranno gli APR, redigere dettagliate valutazioni del rischio (a terra e in volo), così come previsto dalle normative vigenti (S.O.R.A. “specific operation risk assessment”, air & ground).
In conclusione possiamo affermare che l’utilizzo della tecnologia dei droni farà progredire notevolmente il settore della sicurezza, in termini sia di efficienza che di efficacia. Tutti sanno che nella sicurezza quello umano è l’anello più debole: è qui che entra in gioco la tecnologia, e i droni… Si arriverà a un punto in cui il monitor della sala di controllo, con i dati che il drone starà inviando in tempo reale, dirà all’essere umano quando si verifica un incidente di security!
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