«Non è importante la ragione per la quale il campione di tennis, Novak Djokovic, non si sia vaccinato, sarà per scelta o per motivi personali che non ha voluto rivelare: questa non è una ridondante questione NoVax o SìVax, ma è una vicenda pro-sport, sano ed educativo perciò non si discute sull’importanza che venga fatta chiarezza su questa decisione, poi contrastata dal governo australiano, perché l’assenza di essa risulta come una vera e propria mancanza di rispetto verso tutto ciò che si è asserito fino ad oggi sulle regole destinate alla questione Covid e verso tutti quelli che invece le rispettano e le supportano perché vi credono fermamente. Si sente aria di favoritismo, di furbata, di via preferenziale che getta fango da tutte le parti o di escamotage scritta a tavolino per aggirare le regole».
Lo dichiara il presidente di Unimpresa Sport, Marco Massarenti. «Gli organizzatori degli Australian Open, dopo che il governo locale ha imposto duri lockdown alla popolazione, ha concesso a Novak Djokovic un permesso speciale per poter partecipare al torneo di tennis, pur non essendo vaccinato contro il Covid e anche andando contro le norme dello Stato Victoria, sede ospitante della competizione, secondo le quali solo i giocatori vaccinati avrebbero potuto parteciparvi. Una decisione, questa, che rimbomba come un tuono devastante in un momento in cui tutto il mondo sta facendo i conti con la nuova variante Omicron. A pochi giorni dall’inizio dell’anno, insomma, ci tocca assistere ad un grande smacco dal e al mondo dello sport, uno smacco matto servito su un importante tavolo da gioco lungo più di 23 metri dando luogo ad un precedente senza fine. Passeremo alla storia anche per questa notizia surreale, ma vera» aggiunge Massarenti. Secondo il presidente di Unimpresa Sport «siamo tutti in balia di questa pandemia (anche se a quanto pare su barche di diverso tipo) che continua a causare morti, chiusure, crolli dell’economia ma che è anche generatrice di una serie di provvedimenti che per ognuno di noi hanno un peso e un impatto diverso. Perciò, dopo aver appreso tale notizia sarebbe opportuno chiedersi quale reazione aspettarsi dal violinista che dopo aver lavorato per un anno intero agli spartiti da suonare al Concerto di Capodanno di Vienna per attenersi alle regole ha dovuto rinunciarvi, dal calciatore professionista che ha dovuto rinunciare agli Europei 2020 oppure dal ballerino che dopo anni di prove estenuanti ha dovuto saltare la Prima alla Scala di Milano».
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