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TROPPI SCIOPERI PENALIZZANO IMPRESE E LAVORATORI, SERVE BUON SENSO

sciopero generale

«È il momento di mettere in campo tutto il buon senso necessario per non aggravare ulteriormente una situazione già complessa per le imprese italiane. Gli scioperi indetti nelle ultime settimane, culminati con le nuove mobilitazioni programmate per il 12 e il 13 dicembre, corrono il rischio di infliggere un colpo pesantissimo alla nostra economia, che già fatica a riprendersi da mesi di difficoltà legate all’inflazione e all’instabilità internazionale. I blocchi nei trasporti paralizzano intere filiere produttive, ritardano consegne, fermano pagamenti e generano danni economici che ricadono inevitabilmente sia sulle imprese sia sui lavoratori stessi. È un circolo vizioso che non possiamo più permetterci».

Così il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, interviene sull’annunciata astensione dal lavoro, esprimendo preoccupazione per gli effetti a catena che queste iniziative stanno causando. «Richiamo tutte le parti in causa al senso di responsabilità collettiva. Riconosciamo il diritto allo sciopero, principio sacrosanto della nostra democrazia, ma quando questo si trasforma in una paralisi sistematica, bisogna fermarsi a riflettere. Oggi, più che mai, serve dialogo e collaborazione tra sindacati, imprese e istituzioni per trovare soluzioni che coniughino le esigenze di tutte le parti senza compromettere la tenuta del sistema produttivo e occupazionale del Paese. Continuiamo a credere che il dialogo sia l’unica strada per superare le difficoltà e costruire un futuro sostenibile per tutti. È nostro auspicio che si possa evitare un nuovo blocco del Paese e che si scelga la strada della responsabilità e del compromesso, nell’interesse della collettività. Le imprese italiane, soprattutto le piccole e medie, hanno bisogno di stabilità per crescere e competere sui mercati globali. Ogni giorno perso in scioperi è un giorno sottratto alla crescita e al lavoro. Invitiamo quindi i sindacati a ripensare alle forme di protesta e a valutare soluzioni meno impattanti sull’economia nazionale» aggiunge il presidente di Unimpresa.

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