«Paradossalmente le ultime vicende parlamentari sulla delega fiscale e il voto, per un soffio, sul catasto, stanno testimoniando come la complicata emergenza della guerra in Ucraina, piena di incognite anche per noi, invece di rendere piú compatta e responsabile la cosiddetta maggioranza di unitá nazionale, rischia di mandare in crisi il governo Draghi. Oltre al catasto, infatti, altre trappole sono tese sul suo cammino, a partire, per il passaggio definitivo, dal decreto concorrenza e quello sul Csm, con la questione balneari e quella sulle modalitá di elezione dei membri dell’organo di autogoverno della magistratura. Su questi temi, i tentativi di mediazione governativi, andati, pare, a buon fine sul codice degli appalti, non potranno essere oggetto di ulteriori compromessi, di sospensioni o di rinvii. Né Draghi può cedere, nel merito, di un solo millimetro per non pregiudicare l’approdo, nei tempi programmati, delle riforme strutturali, in primis il fisco, essenziali per il Pnrr e per le risorse finanziarie europee. Quest’ultime diventate ormai vitali per tentare di contenere gli effetti devastanti dei rincari, allo sbando, sulle famiglie e sulle imprese, specie le Pmi. Ogni appello alla ragionevolezza del mondo imprenditoriale sembra cadere nel vuoto, ma una crisi di governo, in queste condizioni, sarebbe un suicidio politico per chi avrá l’incoscienza di determinarla e provocherá un’altra devastazione non solo economica del nostro paese». Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.
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