«Ho guardato negli occhi, in questi giorni, la paura e il terrore di donne e uomini dell’Ucraina che vivono in Italia e mi sono accorto, personalmente, quasi una presa di coscienza, assai tardiva, che la guerra avviata dalla Russia non la vuole nessuno. Mai. Non la vogliono i cittadini, non solo quelli coinvolti nel conflitto tra Mosca e Kiev. Non la vogliono le imprese, che desidererebbero soltanto continuare a svolgere quotidianamente la loro attività, a tutte le latitudini del Mondo. È questo il messaggio che dovrebbe essere il minimo comune denominatore delle riflessioni dei capi di governo dei principali paesi, quelli che, in questo momento, hanno in mano le sorti di tutti». Lo dichiara il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi. «Tutti i discorsi di queste ore, invece, si poggiano su riflessioni strategiche, un linguaggio che alterna il registro diplomatico a quello bellico, che, tuttavia, nulla ha a che fare con il cuore dei popoli. C’è una drammatica asimmetria tra la volontà delle persone, che rifuggono qualsiasi guerra, e l’agire della politica, a tutti i livelli» aggiunge Longobardi.
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