“Unimpresa condivide in toto la lucida, inoppugnabile e argomentata diagnosi che Draghi ha fatto, di fronte alla plenaria del Parlamento europeo, sul futuro dell’Unione, reso ancora più complesso dalla crisi ucraina e dalle sfide non più rinviabili ad essa connesse, in termini di difesa comune, nell’ambito della Nato, di sicurezza sociale, di autonomia energetica e di solidarietà economica, in una fase di grave rallentamento dello sviluppo e di inflazione crescente, da affrontare con misure eccezionali. Così come aderisce all’auspicio per una rapida adesione all’Unione, oltre che dell’Ucraina, di quei paesi balcanici che ne hanno fatto, da tempo, richiesta”. Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. “Appare evidente, tuttavia, come un allargamento ulteriore, senza una revisione preliminare, funzionale e strutturale, dei trattati istitutivi, creerebbe ancora più confusione e paralisi di oggi, se si risolvesse soltanto nel superamento dell’unanimità, già di difficile condivisione da parte di tutti i paesi membri, nelle decisioni, a favore di una maggioranza qualificata. Il salto istituzionale invocato dovrà essere necessariamente non marginale, ma concretizzarsi in una rifondazione delle istituzioni europee e dei loro rafforzati poteri rispetto alle politiche degli Stati nazionali. Permangono, comunque, dei dubbi su questo cammino, che non può più attendere: il fattore tempo per attuare questa rifondazione radicale e gli equilibri politici interni ai paesi membri, in grado di secondarla politicamente. L’alternativa drammatica per i popoli europei sarebbe la lenta agonia dell’Unione, con la sua totale ininfluenza politica nei nuovi equilibri geopolitici mondiali, post bellici, e la progressiva disintegrazione anche di quei solidi legami, economici e monetari, fin qui realizzati” aggiunge Lauro.
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