«Ottenere e conquistare flessibilità è fondamentale per l’Italia e non solo, finché nell’Unione europea non ci sarà una politica fiscale comune. Il nostro debito pubblico non ci dà ampi spazi di manovra, ma dobbiamo trovare il modo di avere risorse in più per garantire la crescita economica. Un Fondo sovrano comune sarebbe un primo passo per creare una regia economica europea, qualcosa in più del Next generation Eu che è solo un meccanismo di finanziamento del nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, commentando l’esito della riunione straordinaria del Consiglio europeo a Bruxelles. «A quanto ci risulta, alcune regioni stanno già andando in questa direzione, ma si tratta di pochissimi casi. Serve un piano nazionale, che coinvolga tutti i territori, altrimenti si creerebbero insopportabili disparità di trattamento» aggiunge Spadafora. «Quanto ottenuto dal presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in questi giorni di lavori con gli altri capi di governo dell’Unione europea, è un risultato politicamente rilevante che adesso va riempito con decisioni e atti formali. Uno dei temi caldi, parlando di flessibilità, è quello delle cosiddette case green: l’ultima direttiva europea è una follia, una di quelle norme di fatto inapplicabili, come quella sulle auto tutte elettriche già dal 2035: l’asticella è troppo alta. Dobbiamo fare due cose: primo, capire che Paese vogliamo nel 2050 e se intendiamo salvaguardare noi o il pianeta. In Unione europea coabitano 27 paesi che hanno regole diverse per quanto riguarda l’edilizia e condizioni diverse degli immobili. Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia l’80% delle famiglie è proprietario della propria casa» osserva il vicepresidente di Unimpresa.
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