«L’allentamento dei vincoli del patto di stabilità dell’Unione europea rappresenta uno snodo decisivo per scongiurare la recessione. La Commissione europea si riunisce domani e ci auguriamo che da Bruxelles, al termine dell’incontro, arrivino solo notizie positive: Un ammorbidimento dei vincoli di bilancio europeo, infatti, permetterebbe ai governi dei paesi membri dell’Ue di avere a disposizione i necessari spazi di manovra e gli strumenti per sostenere le economie nazionali. Per l’Italia, sarebbe una formidabile occasione di varare in tempi rapidi la indispensabile riforma fiscale, da tempo annunciata dal governo che, tuttavia, resta ancora un progetto fumoso. A nostro giudizio, è opportuno intervenire a stretto giro sia per avviare un serio piano volto alla riduzione del peso delle tasse su famiglie e imprese sia per rendere il rapporto tra Stato e contribuente più equo, in particolare con una semplificazione normativa capace di disboscare quella giungla di norme creata negli ultimi decenni e che rappresenta, al pari dei versamenti di denaro nelle casse pubbliche, un fardello che zavorra la crescita economica, lo sviluppo delle imprese e la creazione di nuova occupazione». Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Manlio La Duca
Secondo il Centro studi di Unimpresa in 16 anni la pressione fiscale in Italia, misurata col rapporto tra le entrate complessive nelle casse dello Stato e il pil, ha compiuto una corsa al rialzo senza precedenti, con una crescita di quasi cinque punti in più dal 39% al 43,8%. Il nostro Paese resta in cima alla classifica per il maggior carico di tasse, ma continua a essere uno di quelli in cui le prestazioni pubbliche offerte a cittadini e imprese (in termini di welfare e di servizi) è tra i meno generosi. Nel ranking dei paesi più tassatori, prima dell’Italia ci sono solo la Danimarca col 46,5% e la Francia col 45,4%; il Belgio si attesta al 43,1%. Ma in quelle tre nazioni lo Stato è senza dubbio più avanzato del nostro in termini di assistenza e servizi. In Italia, peraltro, si pagano più tasse anche di paesi dove i servizi pubblici e il welfare sono di alto livello come Svezia (42,6%), Austria (42,1%) e Finlandia (41,9%). «Questa è la situazione drammatica con la quale facciamo i conti mentre ci avviciniamo alle elezioni e un piano di riduzione fiscale concreto non è ancora stato presentato da alcuna forza politica o coalizione. Si fanno promesse, ma sono solo chiacchiere. Il problema è che in Italia lo Stato prende molto in termini di tasse, ma restituisce pochissimo in termini di servizi e welfare. Questo vale tanto per i lavoratori, tanto per le aziende» osserva il consigliere nazionale di Unimpresa.
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