Ormai stiamo ribadendo questo concetto da anni, il cibo italiano è sempre quello più sicuro oltre quello più buono, a confermarlo adesso c’è anche l’Efsa – l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. L’“European Union Report on Pesticide Residues in Food” pubblicato lo scorso 12 marzo evidenzia come i risultati dei controlli dei residui di agrofarmaci effettuati in 29 Paesi europei (27 Paesi membri più Islanda e Norvegia) su 77.000 campioni di circa 500 tipi diversi di derrate alimentari, fresche e trasformate, hanno evidenziato solo un 1,6% di campioni contenenti livelli superiori ai limiti di legge. Secondo i dati dell’Efsa un prodotto su due in Europa è privo di residui, a fronte di un 98,4% con residui entro i limiti, e la percentuale arriva al 99,7% per l’Italia. La nostra produzione, quindi, detiene il primato di sicurezza alimentare, con soltanto lo 0,3% di campioni con livelli di residui superiori ai limiti legali, dato reso ancora più qualificato da un altissimo 64,2% di campioni di ortofrutticoli del tutto privi di residui, come dettagliato nel Rapporto ufficiale Fitofarmaci del Ministero della Salute. Questo con riferimento agli altri paesi europei, che hanno in sostanza gli stessi nostri parametri di riferimento. I nostri produttori, quindi, eccellono nel rispetto della normativa e nell’assicurare sicurezza ai consumatori. Riteniamo importante che il Ministero della Salute avviasse controlli, ancora più serrati di quanti già efficacemente ne effettua, sui prodotti importati dai paesi terzi al fine di verificarne salubrità e sicurezza. Purtroppo troviamo sui banchi di vendita di tutt’Europa, ed anche di tutta Italia, prodotti importati da paesi terzi che hanno tassi di eccedenza, rispetto a quelli prodotti nell’UE, almeno cinque volte più alti, come i dati delle importazioni avvenute in Islanda e Norvegia evidenziano nel rapporto. L’invito a tutti i nostri concittadini è quello di farsi guidare negli acquisti agroalimentari da un sano campanilismo, preferendo sempre il made in Italy e la stagionalità delle varie zone del nostro Bel Paese. Ciò farà sicuramente bene al nostro orgoglio nazionale, all’economia italiana e, soprattutto, alla nostra salute.
Emilio Ferrara, responsabile nazionale Unimpresa Agricoltura
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