In pratica la formulazione attuale del bando appare adatta più a società che hanno come proprio core business quello della produzione energetica che non a tutte quelle micro, piccole e medie imprese, come ad esempio agricoltori con stabilimenti di prima lavorazione, con allevamenti bufalini o bovini con alcune centinaia di capi, ecc., che hanno una grossa produzione di scarti e/o sottoprodotti e che potrebbero, grazie alla realizzazione di un impianto di più piccole dimensioni, contribuire da un lato a risolvere il problema della riduzione di rifiuti organici da smaltire e dall’altro alla creazione di energia pulita.
Appare evidente l’opportunità di sospendere il bando andando a modificare alcune disposizioni dello stesso a partire dall’aspetto dimensionale minimo consentendo l’accesso alla realizzazione di impianti di piccole se non addirittura piccolissime dimensioni (anche 250kw).
Emilio Ferrara, segretario generale Unimpresa Agricoltura
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