“Nel nostro Paese possiamo ora contare un’impresa ogni dieci abitanti”. E’ il commento di Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, ai dati diffusi oggi da Unioncamere. Il saldo di fine anno dei registri delle Camere di commercio ammonta infatti a 50.229 imprese in più che portano il totale dello stock di imprese esistenti al 31 dicembre 2011, al valore di 6.110.074 unità.
“Ancora una volta la micro, piccola e media imprese si conferma come struttura portante della nostra economia. Da un punto di vista territoriale – ha aggiunto Longobardi – il Rapporto Unioncamere evidenzia come il centro sia l’area geografica che ha manifestato la maggiore vivacità, con un incremento del tessuto imprenditoriale di 16.633 unità ed un tasso di crescita dell’1,29%. Seguono il Nord-Ovest, con 13.501 imprese in più e un incremento dello 0,84%, quindi il Mezzogiorno con 13.986 imprese in più e un tasso del +0,7% e il Nord-Est con un +6.109 unità, pari al +0,51% dello stock di imprese dell’area”.
Tra le regioni, nell’ordine solo Lazio, Lombardia, Campania, Toscana e Sicilia hanno messo a segno nel 2011 un incremento superiore alla media nazionale. In Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Basilicata, invece, il 2011 il bilancio anagrafico delle imprese si è chiuso con il segno meno.
A livello settoriale, si evidenzia la perdita di oltre 3mila attività e riduzioni piuttosto esigue delle imprese attive nell’estrazione di minerali da cave e miniere, nel trasporto, nel magazzinaggio e nell’amministrazione pubblica e difesa.
Prosegue invece, anche a un ritmo sostenuto, la crescita in altri settori tra i quali quello della fornitura di energia elettrica e gas, l’istruzione, la sanità, le attività legate all’alloggio e alla ristorazione, le attività professionali, scientifiche e tecniche, il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, le attività artistiche e sportive.
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