L’importanza della contrattazione collettiva nazionale, credo, sia ormai una normalità in un Paese complesso ed avanzato come la nostra Italia. Certamente il forte impulso lo si ebbe nel 1970 grazie all’approvazione della Legge 300, più conosciuta come lo Statuto dei lavoratori. Mutarono lentamente anche le relazioni sindacali; non più impostate sul principio del conflitto ma timidamente affrontate nel concetto del rispetto delle Parti e degli inevitabili interessi che essi rappresentano.
Oggi molte cose sono cambiate e oserei dire generalmente in meglio. Le imprese sono ormai impostate mentalmente all’attenzione del personale e alla sua sicurezza come strumenti per aumentare l’indice di produttività e “affezione” al posto di lavoro. Certo non per tutte le imprese vale lo stesso discorso, ma la tendenza è ormai irreversibile. Bisogna, però sottolineare che questa accellerazione in positivo sulla qualità della vita lavorativa è data soprattutto dalla proporzionale crescita delle diversità della natura del lavoro. Se fino a 10 anni fa i lavori erano quasi standardizzati nei loro comparti (metalmeccanica, chimica, tessile, Edilizia ecc.) e le figure lavorative e le relative mansioni erano e sono ormai consolidate, non si può dire altrettanto dei nuovi lavori. Certamente la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ha dato in questi ultimi anni un impulso molto forte alla nascita di queste nuove figure lavorative e nuove mansioni e, parallelamente, va tenuto conto anche che la grande industria si serve molto dell’automazione e dell’uso dell’Intelligenza Artificiale applicata alle industrie.
Mi piace ricordare come prima dell’invenzione del motore a scoppio non esistevano i gommisti, gli elettrauti, i carrozzieri, ecc. Queste nuove figure lavorative nascono come necessari indotti a causa forte spinta generata dall’evoluzione industriale e dalle invenzioni.
Allo stesso modo oggi assistiamo a nuove e inevitabili evoluzioni del sistema-lavoro le quali producono nuovi e inevitabili forme di lavoro e nuove professioni.
Aumenta la richiesta di professionalità specializzata dalle imprese e dai lavoratori nasce l’esigenza di un migliore uso del tempo libero. Tecnologia e nuova organizzazione sociale sono, oggi, le uniche risposte in grado di coniugare e armonizzare l’esigenza tra professionalità richiesta e una diversa qualità della vita-lavoro.
UNIMPRESA associa a sé micro, piccole e medie imprese le quali sono il motore che rende questo Paese unico nel suo genere: nella capacità di inventarsi e re-inventarsi, di cambiare velocemente il ciclo produttivo, di saper nuotare senza l’aiuto dello Stato. In perenne difficoltà, ma generatore di incredibili capacità di adattamento che sono lo stupore di molti altri imprenditori ed economisti europei e non.
UNIMPRESA, ha ben chiaro il proprio obiettivo: per rimanere sulla “strada” e non allontanarsi dalle “voci” degli imprenditori promuove fortemente la contrattazione aziendale perché è solo dall’azienda e dai suoi dipendenti che possono nascere quelle che io chiamo “utili esigenze” che hanno lo scopo di far crescere produttività ed esigenza sociale. Elementi, questi, fondamentali per mantenere nel tempo l’impresa attiva e possibilmente solida, pur restando nell’alveo delle previsioni della contrattazione nazionale.
UNIMPRESA ha chiaro anche come i cambiamenti del lavoro e la sua inevitabilità debba essere attenzionata al meglio per poter essere pronti a saper gestire il nuovo mondo del lavoro sempre in continua mutazione.
E’ su tali presupposti che la vita associativa di UNIMPRESA ha pensato bene di creare un blog, una “piazzetta” virtuale dove ci si incontra e ci si confronta. Dovrei dire: ce la faremo.
Relazioni industriali – Marco Pepe.
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