Rassegna stampa – 2 gennaio 2019
Banche: Unimpresa, prestiti aziende crollati di 40 miliardi in ultimi 12 mesi
Il rapporto sul credito relativo all’ultimo anno. Calano gli impieghi al settore privato al ritmo di oltre 3 miliardi al mese. In controtendenza, salgono i mutui (+4,9 miliardi) e il credito al consumo (+7,1 miliardi). Giù le sofferenze, scese a quota 120 miliardi (-30%). Il vicepresidente Pucci: “Dopo il Qe di Draghi, il buio. La situazione è grave e potrebbe peggiorare con la fine delle misure straordinarie della Bce”.
Strada sbarrata per le imprese italiane in banca: i prestiti alle aziende, nel corso dell’ultimo anno, sono calati di 40 miliardi di euro (-4,89%) nonostante l’aumento di 3 miliardi dei finanziamenti a medio termine. A pesare sul calo è la diminuzione di 22 miliardi dei finanziamenti a breve e di 20 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 1,5 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie, spinti dal credito al consumo (+7,1 miliardi) e dai mutui (+4,9 miliardi), comparti che hanno compensato il pesante calo registrato sul fronte dei prestiti personali (-10,5 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di oltre 38 miliardi, passando da 1.360 miliardi a 1.322 miliardi: in media oltre 3 miliardi al mese tagliati ad aziende e cittadini. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale negli ultimi 12 mesi, da ottobre 2017 a ottobre 2018, le rate non pagate (sofferenze) sono calate: nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre 53 miliardi (-30,62%) da 173 miliardi a 120 miliardi. “Siamo preoccupati: dopo il quantitative easing di Mario Draghi, vediamo solo il buio. La situazione in banca, per le imprese italiane, è già grave e potrebbe peggiorare ulteriormente, da gennaio, quando termineranno le misure straordinarie di politica monetaria attuate dalla Banca centrale europea. E poi ci sono le misure fiscali inserite nella legge di bilancio dal governo, contro gli stessi istituti bancari, che possono contribuire a creare problemi al motore del credito. Più tasse ai gruppi bancari, già alle prese con le tensioni sullo spread, si traducono gioco forza in una restrizione dei finanziamenti” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
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