«Unimpresa auspica, che, nelle prossime settimane, il premier Mario Draghi indichi, con chiarezza, al parlamento e al paese, una rotta precisa per uscire dall’emergenza vaccinale, per varare misure significative di sostegno economico alle categorie in sofferenza, per svelare i contenuti operativi legati alle previste risorse europee e, non da ultimo, per avviare un pacchetto completo di riforme strutturali, come auspicato anche dalle istituzioni economiche internazionali. In poche parole, una strategia netta, chiara e comprensibile, mancata disgraziatamente nel recente passato, e, purtroppo, avvolta ancora nelle nebbie del presente».
Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.
«Dopo i conclamati fallimenti del governo Conte, nel contenimento della pandemia e nelle misure economiche di sostegno al mondo produttivo, ormai in agonia, il 13 febbraio scorso si insediava a Palazzo Chigi il nuovo governo, presieduto da Mario Draghi, nato per la responsabile iniziativa emergenziale del presidente della Repubblica, come auspicabile cambiamento radicale nell’azione del governo per il superamento delle tre anarchie pregresse, istituzionale, tra governo centrale e regioni, scientifica e comunicazionale, per la gestione, più efficace ed incisiva, della campagna vaccinale, presupposto ineludibile per la ripresa economica, per il varo di provvedimenti significativi a tutela di intere categorie produttive, a partire dalle PMI e, non da ultimo, per l’avvio di una strategia di ripresa, con il varo di un pacchetto completo di riforme strutturali, collegato alle risorse del Recovery Fund, in primis il fisco e la giustizia civile, senza le quali il futuro del nostro paese resterà irrimediabilmente pregiudicato. Nonostante gli auspici e le attese, legate alla figura autorevole del premier, a due mesi dall’insediamento del suo governo, mentre si avvicina, il 13 maggio prossimo, la scadenza della cosiddetta “luna di miele” dell’esecutivo, le anarchie pregresse, in primis quella sanitaria, non sono cessate, anzi sembrano incancrenirsi, anche per i fallimenti delle istituzioni europee. Intanto, gli allarmi e le proposte del mondo dell’impresa e del lavoro continuano a restare senza sostanziale riscontro, mentre crescono, insieme con l’angosciante numero di vittime innocenti, una pericolosa tensione sociale e la legittima protesta di intere categorie, come quella del commercio e del turismo, ridotte ormai allo stremo. Urge, quindi, una forte assunzione pubblica di responsabilità, una fuoriuscita dall’impotenza del quotidiano, prima che sia troppo tardi» aggiunge Lauro.
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