Con l’approvazione da parte del Consiglio agricolo Ue è stato compiuto l’ultimo passaggio formale di riforma della politica agricola comune dopo quasi tre anni di negoziati tra Parlamento Europeo, Consiglio Europeo e Commissione Europea.
La riforma della Politica agricola comune (Pac) entrerà in vigore dal primo gennaio 2015, mentre le misure transitorie permetteranno di assicurare continuità ai pagamenti verso gli agricoltori.
La pessima proposta del Commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos, è stata molto migliorata dall’azione decisa del Parlamento Europeo, ma ci troviamo ancora di fronte ad una PAC che continua a privilegiare gli aiuti diretti che troppo spesso si sostanziano in veri e propri sussidi che non hanno alcun effetto sullo sviluppo dell’agricoltura.
Nei prossimi mesi, comunque, occorrerà vigilare affinché nella stesura degli atti delegati applicativi della PAC sia rispettato almeno l’accordo politico che Consiglio e Parlamento hanno raggiunto, per dare agli agricoltori e ai cittadini europei una politica agricola quanto più equa e sostenibile.
Si tratta di 52 miliardi di euro di finanziamenti per l’Italia (per i prossimi 7 anni) che dovranno essere usati bene per non sprecare una grande occasione per rilanciare un comparto che, seppure in crisi, dà ancora grandi risultati.
Emilio Ferrara, responsabile nazionale Unimpresa Agricoltura
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