Di Paolo Lecce
Per questo breve scritto, vorrei partire dal significato della parola VIOLENZA!
VIOLENZA: forza impetuosa ed incontrollata, azione volontaria esercitata da un soggetto su un altro per indurlo ad agire contro la sua volontà.
Quindi quale è la notizia?
Leggendo queste definizioni inorridiamo, pensiamo a casi clamorosi e sanguinosi di cronaca nera, sospiriamo pensando alle brutture del mondo e ci riavvolgiamo nelle nostre sicurezze quotidiane.
C’è però una violenza alla quale non facciamo quasi più caso, anzi ci permettiamo di giudicare con i parametri del perbenismo.
Sono i reati di violenza di genere: violenza psicologica, fisica, sessuale dallo stalking allo stupro fino al femminicidio. Includo in questo tipo di reato anche la violenza nei suoi differenti aspetti a danno di persone, ribadisco PERSONE, che hanno la sventura o peggio la “malattia “ di essere “diversi”, dai benpensanti per quanto riguarda le loro scelte di vita.
Siamo nel terzo millennio ma ancora si giudica, si condanna la donna che ha osato “provocare” con l’abbigliamento, o si è ribellata ad un “padre padrone” o nella peggiore delle ipotesi ad un “marito padrone”.
I “diversi” sono additati e sbeffeggiati in quanto tali, salvo che non ricoprano ruoli importanti nella società. Ovviamente c’è tutta una legislazione al riguardo ma spesso si interviene troppo tardi, a seguito anche di denunce ripetute ed inascoltate da parte delle vittime.
Una violenza che non può essere catalogata come tale, ma come un atto demoniaco: l’abuso sui minori.
Probabilmente, da bambini, una manciata di anni fa, abbiamo subito uno scappellotto, per qualche capriccio o siamo stati impauriti dall’inevitabile arrivo dell’”uomo nero”….Oggi non c’è un solo “uomo nero”, ce ne sono tanti e spesso insospettabili: il vicino di casa, un insegnante, un parente, un amico di famiglia … persone della porta accanto e dell’entourage familiare fino ai genitori stessi.
Inutile, a violenza o morte avvenuta del minore, a volte anche di neonati, tornare indietro nel tempo e cercare giustificazioni psicologiche.
Casi eclatanti e casi che rimangono nell’ombra per vergogna.
Spegnere il sorriso ad un bimbo è atroce, la condanna, se si potesse, dovrebbe estendersi anche oltre le pene previste dal Codice penale.
Spesso i bimbi che hanno subito violenza disegnano figure mostruose, il loro “uomo nero“, poi a poco a poco, se riescono a superare il trauma subito, case, cuori , stelle….una speranza di dimenticare, una speranza di ricominciare a giocare…
In tutto questo scenario è importante il ruolo degli investigatori privati chiamati ad intervenire spesso prima delle forze dell’ordine in situazioni in cui i dati sono pochi per esporre denuncia ma gli unici in gradi di cercare quelle prove di violenza nascoste nei corridoi delle case private, dei luoghi ameni e anche rimettere assieme dei puzzle di prove utili a denunciare la violenza prima che sia troppo tardi.
Non esitate a chiamare un investigatore privato, ma chiamate solo quelli professionalmente validi come quelli iscritti ad UnimpresaPol – Federazione Nazionale Aziende di Servizi Investigativi maggiormente rappresentativa in Italia.
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