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Viviamo in un’Italia in stand-by: il monito di Papa Francesco per un futuro migliore.

del dott.Marco Massarenti

In un contesto di basso tasso di natalità e crescente precarietà occupazionale, Papa Francesco ha lanciato un forte appello ai governi affinché si impegnino maggiormente a sostenere le giovani famiglie nel realizzare i propri sogni. La sfida demografica è una delle principali che il nostro Paese sta affrontando.

Secondo dati ISTAT nel 2020, i tassi di natalità grezzi più alti si trovano in Irlanda (11,2 nati vivi per 1.000 persone), Cipro (11,1), Francia e Svezia (entrambi 10,9) ed i più bassi in Italia (6,8), Spagna (7,1) e Grecia (7,9). Possiamo dire dati in linea con quelli occupazionali considerando che l’Irlanda è uno dei Paesi europei con il più basso tasso di disoccupazione, che si attesta attorno al 5%, mentre in Italia il tasso di disoccupazione è al 7,2% e in Grecia al 9,6 %.

Il Pontefice, intervenendo agli Stati generali della natalità, ha voluto rafforzarne il concetto fornendo un paragone ardito tra gli anticoncezionali e le armi: “Uno studioso della demografia mi ha detto che in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e i contraccettivi: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. Questi sono gli investimenti che danno più reddito”.

Papa Francesco, oltre a evidenziare l’importanza di investire nelle nuove generazioni, affinché possano avere un futuro stabile e pieno di speranza, ha sottolineato che senza bambini e giovani, un Paese rischia di perdere il proprio desiderio di futuro, trasformandosi in un continente vecchio.

La Chiesa cattolica ha rivisto la sua posizione sulla contraccezione ma il tema della procreazione rimane controverso. È importante rispettare le scelte individuali e promuovere una società aperta e inclusiva. Le questioni legate alla sessualità e alla natalità sollevano interrogativi sull’autonomia individuale e sulla libertà di scelta, mettendo in discussione il ruolo e l’autorità della Chiesa. Le giovani coppie desiderose di formare una famiglia devono confrontarsi con norme morali rigide imposte dalla Chiesa, ma devono lottare per affermare il proprio diritto alla felicità e alla realizzazione personale, esplorando il conflitto tra tradizione e modernità.

Sulla scia di questo argomento, in un contesto sempre più diversificato, è importante rivedere e reinterpretare i principi religiosi alla luce dei valori contemporanei. È necessario infatti, ricordarsi che è vero che le armi uccidono, ma vengono costruite a tale scopo, ed è altrettanto vero che gli anticoncezionali impediscono la vita, ma solo su scelta consapevole e personale di chi ne fa uso e con la differenza che i contraccettivi come il profilattico, spesso le vite le salvano. Ben venga quindi quel 46,6% di giovani italiani che mostrano interesse per temi come la salute sessuale.

Al contrario di quanto si pensi, i giovani di oggi desiderano fondare una famiglia, ma ambiscono anche a garantire ai propri figli un futuro sostenibile, sia per quanto riguarda la vita personale che per la tutela del pianeta.

A rivelarlo è l’indagine ‘Salute emotiva della Generazione Zeta e dei Millenials: il 76% dei giovani italiani sta seriamente pensando alla possibilità di diventare genitore, sia tra la Generazione Zeta che tra i Millenials.

Secondo il rapporto Coop 2023 il 28% dei giovani tra i 20 e i 40 anni vorrebbe avere figli ma teme di non poterli fare a causa di problemi economici. Queste stesse ragioni influenzano le intenzioni di acquistare una casa (29%) o cambiare nazione (28%). Anche il mercato del lavoro è condizionato dalla situazione economica, con il 30% degli occupati che vorrebbe cambiare posizione ma sa che non lo potrà fare.

In collaborazione con il governo, quindi, devono giocare un ruolo fondamentale nella rinascita dell’Italia lavorativa anche le imprese. È essenziale prendere in considerazione il legame tra l’economia nazionale, le imprese e la diminuzione demografica, considerando le esigenze dei genitori e il desiderio di formare una famiglia. L’Italia del domani non vuole essere un Paese per vecchi. Il futuro dell’’Italia non dipenderà dalle decisioni sbagliate dei giovani di oggi, ma sarà plasmato dalle azioni delle Istituzioni.

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